psicoterapeuta bergamo

L’incontro con il diverso e la nascita continua di nuovi Sè

Quando incontriamo qualcuno che abita prospettive completamente diverse dalle nostre, spesso, abbandoniamo l’invito ad entrare in relazione e volgiamo il nostro sguardo altrove.

Se però si accetta la sfida di rappresentare un’altra volta sè e l’altro in quella relazione che ci sembra già conosciuta, si possono cercare e trovare forme ed immagini, del tutto inedite e diverse da quelle già sperimentate, una creazione che diviene invenzione e che conserva la matrice espressionista dei significati emersi dall’incontro iniziale ma del quale si mantengono solo alcune caratteristiche.

Rispondere al richiamo della connessione con l’altro consente di pensare ad un unione possibile di due percorsi evolutivi, quello della costruzione di un luogo sicuro e quello dell’espressione della capacità di creare, in un nuovo spazio e in un luogo che trascende l’individuo, nuove premesse che influenzano esiti decisionali profondamente diversi da quelli immaginati, diventando testimonianza dell’essere nel mondo in un particolare momento, situazione e contesto di un valore storico-culturale unico proprio perchè irripetibile.

La dissoluzione dei confini dell’io passa per il riconoscimento delle reciproche intenzionalità e dalla consapevolezza che nessuno può essere un prolungamento narcisistico di sé. Tracciare specifiche e chiare differenze, attraverso processi di metaforizzazione delle identità, permette di leggere ogni azione di sè e dell’altro come un tentativo di trovare un punto di incontro fra due mondi diversi.

Accettare di stare nelle cose in modo attivo e realistico, produce la sensazione di essere strumenti nelle mani della relazione, mani che invece di mettere ordine alle cose producono il caos più assoluto, la visione di un futuro talmente relazionale che non si riesce ad immaginare perchè esteso oltre i confini della propria mente.

L’alternanza fra stati di abbassamento della coscienza nella sperimentazione del caos e la ritrovata consapevolezza di come possono funzionare le cose attraverso la comunicazione fra se e l’altro (che essendo diverso non è più leggibile nella mente e quindi sostituibile nelle proprie intenzionalità e pensieri) conferisce alla relazione una natura eccitante, un appagamento continuo per una mente destinata a rimanere eternamente insoddisfatta.

La diversità cosi, anche quella più estrema, può non essere più un vicolo cieco ma al contrario, un’opportunità grandiosa di scoprire quanto può essere vasta la molteplicità delle forme che può assumere il Sè.

Dr.ssa Rita Ghezzi